mercoledì 12 gennaio 2011

La Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina di Francesco Guarini da Solofra

Nella cappella della famiglia Maffei a Solofra, dedicata alla Madonna del Carmine per
disposizione testamentaria di Giovan Battista Maffei, come è testimoniato dalla iscrizione sul
portale, datata 16131, ho avuto modo di ritrovare una tela raffigurante la Madonna del Rosario che va ascritta con certezza al catalogo delle opere del pittore solofrano Francesco Guarini.
La tela presenta al centro la Madonna (raffigurata di lato, e colta in atto di distribuire la corona del rosario a San Domenico), il cui manto di colore celeste rimanda alle tonalità sperimentate dall’artista nel transetto della Collegiata di San Michele e nella Madonna delle Grazie incoronata (1640-1645) della stessa chiesa, nella Madonna del Rosario della chiesa di San Domenico (1644-1649) e nella Madonna di Portosalvo (1645 ca).
Il Bambino, che è rivolto dalla parte opposta, compie lo stesso atto nei confronti di Santa Caterina da Siena, lasciando ondeggiare la corona, secondo un atteggiamento che rivela l’alto grado di approfondimento dei valori naturalistici introdotti dal Guarini nel proprio linguaggio.
La chiara epidermide del Bambino, che si tinge di rosso nelle estremità, rimanda ad esiti paralleli dell’artista, quali la già citata Madonna del Rosario nella chiesa di San Domenico e la Madonna delle Grazie della Collegiata di San Michele Arcangelo a Solofra.
Dal punto di vista iconografico l’opera in questione si inserisce in un percorso di raffigurazioni alle quali il Guarini dedica particolare attenzione tra gli anni 1642-1645: come ad esempio la tela già in Sant’Agata o quella di San Domenico (sempre a Solofra) e quella di Santa Maria Materdomini a Nocera Superiore.
Particolarmente interessante risulta il confronto con la tela del Rosario di collezione Di Donato a Solofra, datata 1644, dove non solo ritorna il gruppo degli angeli in alto, ma è anche presente il medesimo taglio del volto della Vergine.
A sostegno di una possibile collocazione dell’opera tra il 1642 e il 1644 interviene anche il confronto con il gruppo di tele realizzate dal Guarini per Sant’Antonio Abate a Campobasso tra il 1642 e il 16432, soprattutto in merito al forte addensamento delle ombre sui volti e nelle pieghe dei panni.
Infatti, analizzando la resa dei lineamenti dei santi della fascia inferiore (San Domenico a sinistra e Santa Caterina a destra), sarà possibile osservare che ambedue trovano idonei riscontri in opere coeve dell’artista.
Attualmente la tela è in restauro grazie al finanziamento di perspicaci imprenditori che hanno immediatamente accolto la mia richiesta3, rendendo così possibile un intervento di grande importanza rivolto a sanare le parti mancanti e a restituire nuovo vigore agli effetti cromatici della tela.
Due foto scattate durante il restauro sono in anteprima visibili sul web
http://restaurobeniculturalinovaars.blogspot.com/2011/01/solofra-chiesa-del-carmine-dipintoad.html?spref=fb).
Un’operazione che permette oggi di dare grande valore ad una scoperta che va ad arricchire lo straordinario patrimonio storico-artistico della città.
Maria Cristina Giannattasio
Dott.ssa in Storia e Critica d’Arte

Testo estratto dal saggio: Giannattasio M. C., Alcune considerazioni su un’inedita Madonna del Rosario del Guarino, in “Kronos.
Periodico del Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia”, XIII 2009, pp. 191-196.

1 Cfr. F. Garzilli, La Collegiata di San Michele Arcangelo in Solofra, Napoli, Arte Tipografica 1989, p. 215.
In merito alla Famiglia Maffei di Solofra cfr. M. De Maio, I Maffei di Solofra, Solofra, Associazione Collegiata di San Michele 1997.
2 Cfr. R. Lattuada, Francesco Guarino da Solofra nella pittura napoletana del Seicento (1611-1651), Napoli, Paparo Edizioni 2000, Napoli 2000, pp. 161-170.
3 Per la ricerca dei finanziamenti si ringrazia in particolar modo Giuseppina Maffei e Fedele Giannattasio

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